Quando si fa un acquisto su internet e si riceve un articolo che non piace.

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Ci sono alcune persone che non dicono niente al venditore, alcuni danno anche un feedback negativo e non acquistano più da quel venditore.

A prescindere da fatto che esiste il “Diritto di Recesso” (leggi in fondo a questo articolo)

A mio parere questo è sbagliatissimo per due motivi, il primo perché l’acquirente potrebbe trovare un venditore onesto e questo gli cambia l’articolo o glielo prende indietro e glielo rimborsa, secondo perché potrebbe essere stato un semplice errore umano. Ognuno è libero di fare quello che vuole ma personalmente non sono d’accordo, ne come venditore ne come acquirente (compro molto online, faccio anche la spesa online molte volte).

Ogni venditore online ha le sue regole. Noi per esempio abbiamo le nostre regole anche in base al tipo di prodotto che vendiamo. Noi vendiamo online filati pregiati in stock da maglieria, per lavoro a maglia ai ferri o a macchina. Può capitare, anche se pur raramente che il filato sia difettoso, o che semplicemente non piaccia (generalmente se c’è qualche problema è questo) per qualsiasi motivo, è sufficiente che il cliente ci contatti e glielo riprendiamo indietro per un cambio o per un rimborso.

La nostra regola è: prima di tutto bisogna fare sempre un campione che serve appositamente per vedere la resa del filato e per vedere se il filato presenta qualche difetto, oppure può accadere, come dicevo che non piace il colore o non piace il filato.

Questo è quello che bisogna fare, sia come clienti sia come venditori, è la cosa più semplice, più logica e più giusta.

Ho voluto scrivere questo articolo perché l’altro giorno mi ha chiamato una signora, una cliente, dicendomi che se acquista qualcosa su internet e poi l’articolo acquistato non gli piace, non dice niente, semplicemente smette di acquistare da quel venditore. Non sono d’accordo su questo tipo di comportamento.

Una volta, mi è accaduto che una vecchia cliente mi chiamasse per dirmi che un filato che aveva acquistato da me era difettoso, lamentandosi che lo aveva lavorato comunque, che ci aveva impiegato due giorni per lavorarlo (la signora lavora a macchina), che molte volte ha dovuto disfare il telo e rifarlo perché gli veniva bucato. Quando gli ho chiesto se avesse fatto il campione mi ha risposto di si, e che si vedeva già dal campione che quel filato gli avrebbe dato problemi.

Se fossi stato scortese gli avrei rispoto: “ma allora se sei masochista dillo”. Ma nella mia cortesia di sempre, gli ho chiesto semplicemente perché non mi ha avvisato, glielo avrei cambiato senza esitare.

C’è addirittura chi invia un feedback negativo senza neanche contattare il venditore per cercare di risolvere il problema. Se c’è volontà i problemi si risolvono, naturalmente ci sono delle regole del buon vivere che vanno rispettate. Noi non possiamo cambiare un filato già lavorato, per questo obblighiamo i nostri clienti a fare sempre un campione prima di lavorare il filato definitivamente. Che poi è una regola di tutte le aziende, tutti i maglifici, tutti gli smacchinatori nel settore industriale. Nessun maglificio, nessun produttore di abbigliamento si sognerebbe mai di produrre un articolo senza fare prima un campione e se necessario un controcampione, per non solo questi motivi, ma anche per molti altri motivi che non sto qui adesso ad elencare, magari approfondirò in un prossimo articolo o video.

DIRITTO DI RECESSO: fonte wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Diritto_di_recesso

La Direttiva 85/577/CEE del Consiglio dell’Unione europea del 20 dicembre 1985 per la tutela del consumatore in caso di contratti negoziati fuori dei locali commerciali, ha introdotto il diritto di recesso entro un termine minimo di sette giorni, ed è stata recepita da più ordinamenti degli stati membri dell’Unione.

Per effetto della norma, ove applicabile, chi acquista un oggetto, sottoscrive un abbonamento o stipula contratti simili, ha 7 giorni di tempo per disdire senza penali il contratto che ha firmato. Per l’acquisto di un prodotto, il recesso consiste nella restituzione dell’oggetto, ottenendo a scelta del consumatore la quantità di denaro corrisposta oppure un buono di pari valore da spendere nello stesso esercizio.

Il diritto di recesso è focalizzato sugli acquisti effettuati fuori dal pubblico esercizio (quindi ad esempio a distanza o a domicilio, oppure in contesti in cui la vendita è effettuata a titolo accessorio o integrativo di altre attività, come nella nota vendita di stoviglie in occasione di viaggi organizzati). Non si applica perciò a tutti i beni acquistati direttamente in negozio, di cui l’acquirente ha presuntivamente avuto preventivamente visione e possibilità di prendere atto e cognizione di tutte le caratteristiche: il ripensamento non è riconosciuto come diritto, salvo accordi precedenti la conclusione del contratto presi direttamente con il venditore. In simili casi il diritto di recesso per vendita in negozio viene applicato solo ed esclusivamente a discrezione del venditore, non avendo questi alcun obbligo di legge in tal senso. Nei periodi di vendite a prezzi di saldo, non di rado non è nemmeno consentita la sostituzione della merce.

Poiché la legge prevale su eventuali pattuizioni fra le parti, contratti che prevedano una penale in caso di recesso prima dei 7 giorni oppure un termine inferiore per il recesso anticipato, sono nulli. La presenza di una clausola vessatoria e nulla rende nullo l’intero contratto: in questo caso, la controparte può esimersi dalle obbligazioni scritte nel contratto, anche dopo i 7 giorni per il recesso anticipato, non avendo il contratto di partenza alcuna validità giuridica.

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